Come riconoscere e prevenire le neoformazioni cutanee

Neoformazioni della pelle
Con il termine neoformazioni cutanee ci riferiamo in medicina, alla nascita di nuovi tessuti definiti anche tumori (dal latino con significato di “rigonfiamento”) o neoplasie (per l’appunto nuove formazioni). Tali fenomeni, non sempre di natura patologica, possono essere classificati come benigni o maligni. 

La crescita eccessiva e non coordinata di tessuti dà vita a: 
verruche, condilomi, fibromi, cheratosi seborroiche, cisti, angiomi, lipomi (di origine benigna);

formazioni maligne come i melanomi detti anche epiteliomi o, ancora, i carcinomi che possono essere più o meno invasivi. 


Tra i carcinomi, in particolare, troviamo: 
- quello basocellulare che non è preoccupante nella maggior parte dei casi, anche se va curato affinché non invada le zone circostanti a quella del suo sviluppo (di solito non dà vita a metastasi);
- quello spinocellulare che va tenuto sotto controllo poiché può generare metastasi anche se, una volta diagnosticato in tempo, non dà solitamente ulteriori problemi. 
Le alterazioni della pelle sono tra le neoformazioni cutanee più diffuse e possono nascere in qualunque parte del nostro corpo anche se, per l’80% delle volte, sono relative al viso, al collo e al cuoio capelluto.

Come è facile intuire, in questi casi come anche citato dal portale dei chirurghi estetici e plastici italiani Miglior Chirurgo oltre alla componente di pericolosità, è presente quella relativa all’estetica, ragione per la quale avvengono interventi di chirurgia plastica. Se la crescita delle cellule non invade altri tessuti ossia se è controllata, si tratta di neoformazioni di natura benigna. L’asportazione della pelle ha luogo di solito mediante la tecnica della losanga cutanea che consiste nell’incidere la zona interessata, permettendo poi le analisi dell’epidermide ossia la biopsia, consentendo di conoscere la natura dell’area di pelle presa in esame. L’intervento che prevede l’asportazione di neoformazioni cutanee avviene in ricovero ambulatoriale oppure in ricovero giornaliero definito anche day surgery.

L’escissione viene effettuata in media in un tempo di massimo 30 minuti, in anestesia locale, con sutura diretta e spesso senza l’applicazione di punti se non mediante fili molto sottili per non dare vita a cicatrici tranne che per neoformazioni cutanee più grandi dove si necessita di maggior sutura. 
Spesso, per scongiurare la malignità del tratto da operare, si procede con una valutazione dermatoscopica. Subito dopo l’intervento è possibile riprendere le attività lavorative mentre per quelle sportive bisognerà attendere da 7 a 20 giorni. Il riposo è consigliato solo in caso di asportazione in zone fastidiose come il piede e il ginocchio oppure se si tratta di lesioni piuttosto grandi. Vanno, in ogni caso, prima dell’intervento, vanno segnalate terapie farmacologiche in atto, qualunque sia la finalità dell’intervento che può essere di tipo estetico, curativo o funzionale. Nel caso delle cisti e dei lipomi, vengono praticati l’incisione e lo svuotamento delle neoformazioni cutanee. 
Dopo l’intervento è bene non bagnare la ferita e non esporsi al sole. I lavaggi sono effettuabili evitando la zona operata oppure coprendola con un sottile strato di pellicola. 

Di seguito le tre modalità di intervento possibili: 
asportazione con bisturi mediante tecnica della losanga cutanea dove, in genere, si utilizza sutura intradermica; 

utilizzo di laser chirurgico con modalità di taglio o vaporizzazione al cui termine andranno applicate creme specifiche (tale metodo è preferito nelle zone in cui occorre operare un’attenta selezione procedendo con precisione e lasciando sulla pelle una piccola abrasione); 

trattamento in poche sedute con azoto liquido in grado di congelare la lesione cutanea sino a bruciarla, particolarmente efficace sulle mani o sotto i piedi oltre che per le verruche. 


Ma quali sono le cause delle neoformazioni cutanee di tipo maligno? 
E’ accertato che nei soggetti maggiormente a rischio è stata rilevata la tendenza all’esposizione prolungata al sole con nulla o scarsa protezione dai raggi solari nocivi. Il rischio aumenta nelle persone con molti nei, soprattutto di grandezza di minimo 4 mm di diametro, con occhi e capelli chiari e fattori genetici di predisposizione ai tumori della pelle. Altro fenomeno molto influente è lo stile di vita errato in termini soprattutto di consumo di frutta e verdura e assorbimento di vitamine. 

Come prevenire, dunque, le neoformazioni cutanee maligne? Ci sono alcuni comportamenti che risultano fondamentali come i seguenti: 
utilizzare una crema solare per il viso sia d’inverno che d’estate (anche come base trucco) almeno di valore 20; 

prestare attenzione alle scottature che sono spesso riscontrate in giornate e luoghi ventosi oltre che nuvolosi e in acqua che riflette i raggi così come la neve (per cui non ci si accorge di esporsi troppo o male al sole); 

coprire la testa con una bandana o un cappello se l’esposizione è lunga; 

usare una protezione solare media più o meno ogni due ore e ripetere più spesso l’applicazione se ci si bagna o si è molto sudati. 


Come distinguere le neoformazioni cutanee? 
Chi ha familiarità genetica con tumori della pelle, necessita di controlli piuttosto frequenti all’epidermide con mappatura dei nei. E’ bene insospettirsi quando questi ultimi: 
cambiano forma rapidamente; 

variano la propria colorazione; 

hanno aspetto irregolare; 

danno vita a prurito; 

sanguinano.


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