Rimborso ASL per interventi di riassegnazione chirurgica del sesso all'estero

riassegnazione chirurgica del sesso

Nascere nel corpo sbagliato è qualcosa che causa un'enorme sofferenza, stress, infelicità e
conflitti interni per le persone transgender. La disforia di genere non migliora con l'età, anzi il
bisogno di vivere nel corpo desiderato diventa sempre più forte finché un giorno la transizione diventa l'unica scelta per poter essere felici.
Molte persone transgender e di genere non binario hanno domande sugli approcci o sulle componenti della transizione di genere.
La transizione di genere è un processo molto privato, personale e soggettivo.
In generale, il primo passo è esplorare la propria identità di genere. Ciò può includere un’autoanalisi, un confronto con la società e con gruppi di supporto, un percorso con un terapeuta esperto in disforia di genere. Le tempistiche di questo processo sono molto soggettive, possono essere sufficienti alcuni mesi o possono volerci anni. 

Le domande alle quali rispondere includono: 
• Sono transgender/genere non binario? 
• Qual è esattamente la mia identità di genere? 
• Come posso sviluppare le mie capacità di coping, la resilienza ed il supporto sociale necessari per aiutarmi durante la transizione e per far fronte a un mondo che può essere prevenuto o addirittura pericoloso per le persone transgender e di genere non binario?


Sempre più numerosi sono i transgender che già in giovane età affrontano la propria transizione con l’aiuto ed il supporto della famiglia. Il fatto di avere la consapevolezza già in tenera età di essere nati nel “corpo sbagliato” ed intraprendere quindi, con il supporto della famiglia, un percorso terapeutico, psicologico ed endocrinologico, in fase adolescenziale o pre-adolescenziale, riduce notevolmente la sofferenza ed i traumi emotivi che devono purtroppo sopportare tutti i transgender che, vuoi per la poca emancipazione ed ignoranza della società, vuoi per una mentalità troppo rigida della famiglia, si trovano a percorrere il percorso di transizione in silenzio, cercando di nascondersi e tardando così il raggiungimento dell’unico scopo che gli permetta di vivere serenamente.


Nonostante la maggior parte degli adulti a cui sia stata diagnosticata una disforia del genere abbia riportato sintomi della disforia di genere dalla prima infanzia o dall’adolescenza, alcuni non presentano segni di disagio fino all'età adulta. Ci troviamo di fronte ad individui che iniziano a mettere in dubbio la propria identità di genere in fase adulta, individui che per sfuggire ai sentimenti di appartenenza al sesso opposto si rifugiano spesso nel matrimonio o nel servizio militare.


In ogni caso, che sopraggiunga in giovane età o in età adulta, la fase iniziale di una transizione è fondamentale ed è per questo importante seguire delle tappe obbligatorie onde evitare di commettere errori di valutazione. Una volta fatta un’analisi introspettiva è fondamentale rivolgersi ad un terapeuta specializzato nella diagnosi della disforia di genere che vi aiuti a trovare una congruenza con il proprio corpo.


Una volta affrontata la fase iniziale ed aver trovato delle risposte, si può guardare verso l’iter burocratico del cambio di identità e verso una riassegnazione chirurgica del sesso.


L’intervento chirurgico in Italia necessita di una sentenza del tribunale, il completamento dell’iter burocratico è pertanto obbligatorio prima di sottoporsi all’intervento. Questo discorso non vale per gli interventi all’estero, dove per sottoporsi all’intervento presso cliniche altamente specializzate è sufficiente presentare una perizia psicologica o psichiatrica che attesti la disforia di genere ed una perizia endocrinologica che attesti l’assunzione della terapia ormonale da almeno un anno.


Il vantaggio di seguire un iter burocratico, nonostante la scelta di operarsi all’estero, sta nella possibilità di fare richiesta di rimborso alla propria ASL di appartenenza. Infatti, dopo aver ottenuto con Sentenza del Tribunale l’autorizzazione a sottoporsi ad intervento chirurgico di cambio del sesso è possibile recarsi in Centri di altissima specializzazione per effettuare interventi di chirurgia ricostruttiva genitale e/o interventi ad essi annessi. Pertanto, dopo aver ottenuto l’iscrizione nelle liste di attesa degli ospedali italiani ed essendo in possesso della predetta sentenza autorizzativa all’intervento chirurgico per la rassegnazione dei caratteri sessuali, sarà possibile recarsi presso strutture specializzate in Italia o laddove i tempi d’attesa presso quest’ultime siano troppo lunghi o queste non siano dotate di particolari metodologie sarà possibile effettuare l’intervento chirurgico all’estero. In quest’ultimo caso è possibile chiedere il rimborso delle spese mediche sostenute mediante apposita procedura e dunque previa autorizzazione da parte dell’ASL territorialmente competente.
Si evidenzia che il rimborso è pari all’80% delle spese sostenute per sottoporsi all’intervento chirurgico nonché di quelle affrontate per il viaggio.